
Riflessioni di una viandante digitale
- Sabrina Mandala DevaOm
- 3 lug
- Tempo di lettura: 1 min


A volte e ultimamente, sempre più spesso, mi viene da ripensare se ciò che sto facendo, cioè il mio lavoro sui social, non vada a cozzare con certe dinamiche sempre più diffuse: realtà dove l’obiettivo principale sembra essere mettersi in mostra, cercare gratificazione personale, attirare l’attenzione altrui a ogni costo, ostentare ciò che si sa o, peggio ancora, partecipare a una gara invisibile fatta di numeri, followers, views e reels.
Che giungla!
Eppure, se torno all’origine, il social per me è uno strumento, non il fine. È un mezzo per arrivare a tanti, per creare connessioni autentiche "con sconosciuti e conosciuti " e per condividere ciò che ha reso la mia vita più appagante, più consapevole, più viva. E allora... perché no?
Forse la vera sfida non è evitare questi meccanismi, ma rimanere fedeli alla propria intenzione.
Lasciamo spazio a tutti i modi, a tutte le modalità, a tutti gli intenti. Ognuno ha il suo cammino. Il mio è quello di mantenere viva la fiamma della crescita personale, condividendola con chi si sente attratto, coinvolto, e magari persino “a casa” quando mi legge o mi ascolta.
Così mi fermo, respiro profondamente, scrollo di dosso ciò che mi blocca, e vado avanti. Al mio ritmo. Con il mio passo. Seguendo una strada che, spesso, non è tracciata, né sicura, né tantomeno illuminata. Ma è mia. E anche quando traballa o si fa stretta, tengo il cuore aperto. Mi fido. Mi affido. E continuo.
Con la certezza che ciò che nasce da un’intenzione autentica trova sempre la sua via.
Anche nel rumore.