
Sul tappetino ricordiamo chi siamo
- Sabrina Mandala DevaOm
- 16 giu
- Tempo di lettura: 1 min

Se yoga è unione, noi ogni mattina, in punta di respiro, vestiti solo di sincerità e pigiama,
cerchiamo pace, forza, energia, amore, gioia.
E allora sì, siamo sulla strada giusta.
Partiamo dal corpo, il nostro primo Tempio. Ma
la mente a guidare il passo, è il pensiero a modellare il gesto. I neuroni chiedono ossigeno, desiderano spazio per rigenerarsi,
eppure "sorpresa antica e nuova "non abitano solo nel cervello.
C'è un secondo cervello, silenzioso e profondo,
nascosto tra le pieghe dell’intestino.
È da lì che ha inizio la vita,
da quel centro originario che ascolta, sente, risponde.
È lì che l’equilibrio si costruisce, è lì che le emozioni spesso fanno casa. Prenderci cura di quel ventre, culla delle nostre origini, è come tornare a casa, per poter davvero incontrare la mente, e poi, solo allora, l’anima.
Oggi la scienza ci sussurra ciò che l’intuito già sapeva: l’asse intestino-cervello è un sentiero di luce invisibile dove microbi danzano parole,
e ogni battito, ogni respiro, è un dialogo profondo tra corpo e pensiero.
Così, ogni mattina, sul tappetino, quando ci muoviamo, respiriamo, ascoltiamo, non stiamo solo facendo yoga.
Stiamo ricordando chi siamo!